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25 febbraio 2010 - Il CAI ribadisce il proprio no allo stralcio del Protocollo trasporti dalla ratifica della Convenzione Internazionale delle Alpi

COMUNICATO STAMPA

Milano, 25 febbraio 2010

Il CAI ribadisce il proprio no allo stralcio del Protocollo trasporti dalla ratifica della Convenzione Internazionale delle Alpi


La settimana scorsa la Commissione Esteri della Camera ha approvato la Convenzione internazionale delle Alpi stralciando il Protocollo trasporti.
Come già espresso nel comunicato stampa emesso il 15 ottobre 2009 il Club Alpino Italiano manifesta preoccupazione e ribadisce la sua totale contrarietà allo stralcio del Protocollo. Il presidente Generale Annibale Salsa ricorda che lo spazio alpino è uno spazio unitario. Per il Presidente Salsa “non si possono introdurre elementi di discontinuità tra un versante e l’altro delle Alpi. Il trasporto su rotaia è garanzia di attraversamento morbido e a basso impatto ambientale, ancora di più per il trasporto merci.”
I protocolli di attuazione della Convenzione delle Alpi, ratificati da tutti i paesi alpini confinanti  sono un insieme di misure per accrescere la competitività della montagna. In questo senso il Protocollo trasporti ne costituisce una parte e pertanto non va considerato singolarmente ma deve essere letto in chiave sistemica.  Il Protocollo trasporti favorisce la realizzazione di un sistema di reti integrate di trasporto a livello transazionale per migliorare la mobilità nelle Alpi e la competitività dei Paesi alpini, Italia compresa.

In coerenza con la politica comunitaria, il protocollo punta a rafforzare il trasferimento del trasporto su mezzi alternativi alla gomma, specialmente su rotaia (compresi i corridoi TEN).
Stralciarlo ci condanna a restare al di fuori della rete infrastrutturale dei paesi alpini confinanti, causando con ogni probabilità un danno alla nostra economia, al territorio alpino e all’ambiente.

L’art. 11 del Protocollo trasporti non impedisce che vengano realizzate infrastrutture stradali per migliorare le reti di trasporto in territorio italiano. Per quanto riguarda le autostrade o i valichi transalpini poiché il protocollo è già ratificato e attuato in tutti gli altri Paesi alpini, la possibilità di realizzare nuove autostrade per il transito transalpino è comunque preclusa.

Lo sviluppo coerente delle Alpi, intese come sistema territoriale, richiede necessariamente la definizione e l'utilizzo di strumenti comuni e l'elaborazione congiunta di politiche e strategie capaci di esaltare la specificità del territorio, e il valore di una “carta” come la Convenzione delle Alpi va inteso in questo senso. L’Italia, Paese per cui le Alpi rappresentano un valore strategico, svolge un ruolo di primo piano nell’ambito della cooperazione internazionale sui trasporti nelle regioni alpine. Con lo stralcio del protocollo questo ruolo è stato sminuito.

Avevamo già ricordato come  il Commissario europeo per i trasporti, Antonio Tajani ha presentato in sede comunitaria la proposta di Decisione del Consiglio per la ratifica del protocollo trasporti (COM (2008) 895 - 23/12/2008). Nelle conclusioni della relazione (punto 3) si legge: “La convenzioni delle Alpi, e in particolare il protocollo sui trasporti, costituiscono uno strumento atto a sostenere la Comunità europea nel raggiungimento dell'obiettivo di una politica dei trasporti sostenibile in un'estesa zona transfrontaliera estremamente sensibile. La Comunità europea si impegna a conseguire gli obiettivi della convenzione e dei relativi protocolli e la firma del protocollo sui trasporti costituisce un chiaro segnale di tale impegno. La ratifica del protocollo da parte della Comunità europea servirà a sottolinearne gli sforzi volti a promuovere uno sviluppo sostenibile in questa importante regione di montagna.”
Nello stesso documento il punto 6 delle considerazioni recita “Le disposizioni contenute nel protocollo sui trasporti sono in linea con la politica comune dei trasporti della Comunità e rispettano pienamente la strategia "Rendere i trasporti più ecologici" adottata di recente.”



Il CAI sostiene la Convenzione delle Alpi dal 1992, anno della sua entrata in vigore. La Convenzione ha lo scopo di tutelare le Alpi, favorendone uno sviluppo sostenibile che tenga conto tanto della salvaguardia delle risorse, quanto della necessità di consentirne un uso compatibile da parte dell'uomo e si compone di un accordo quadro e di vari protocolli di settore: Pianificazione Territoriale e Sviluppo Sostenibile, Protezione Natura e Tutela del Paesaggio, Agricoltura di Montagna, Foreste Montane, Turismo, Difesa del Suolo, Energia, Trasporti e Composizione delle Controversie. Inoltre, la Convenzione prevede altri protocolli dedicati a Popolazione e Cultura, Tutela dell'Aria, Idroeconomia ed Economia dei Rifiuti.

 

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