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29.01.2018

Venerdì 2 febbraio in programma il convegno in cui saranno esposti i risultati della campagna che, per la prima volta, ha affrontato in maniera organica un complesso monumentale snodo della storia medievale europea. Le ricerche sono state condotte dalle Università di Bologna e Verona, con il supporto del Club alpino italiano e del Comune di Canossa.

La presentazione delle ricerche condotte nel 2016 e nel 2017 nell'area del Castello di Canossa (RE) da parte delle Università di Bologna e Verona, con il supporto del Club alpino italiano (Comitato Scientifico Centrale, Gruppo regionale Emilia Romagna e Sezione di Reggio Emilia) e del comune di Canossa. Ricerche che hanno contribuito per la prima volta ad affrontare in maniera organica un complesso monumentale dalla particolare sequenza storico-archeologica, un sito di grande importanza, snodo della storia medievale europea.

 

Questo il tema del convegno "Ritornare a Canossa", in programma venerdì 2 febbraio dalle 9 alle 13 al Teatro Comunale di Ciano D'Enza (Piazza Matilde di Canossa, 2, Comune di Canossa - RE).


Gli interventi esporranno innanzitutto la catalogazione dei materiali e delle ricerche effettuata nell'archivio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara (60 faldoni che coprono l'arco cronologico dal 1892 a oggi), nel fondo Chierici (conservato alla Biblioteca Municipale Antonio Panizzi di Reggio Emilia), nell'Archivio Centrale dello Stato di Roma e nei Musei Civici di Bologna e di Reggio Emilia. Ricerche che hanno consentito il ritrovamento di documentazione di primaria importanza per una revisione critica dell'edilizia del castello e di alcuni documenti che si pensavano ormai irrimediabilmente andati distrutti.

 

Sarà poi esposta l'analisi delle architetture del castello, che ha consentito di sciogliere diversi dubbi riguardo lo sviluppo planimetrico nel corso della sua evoluzione storica, portando alla creazione di un nuovo modello virtuale dell'intero edificio. Modello nel quale il dato tridimensionale è stato integrato con una resa fotorealistica di ogni struttura muraria, raggiungendo le porzioni più difficilmente visibili grazie all'impiego di droni pilotati da terra.

 

I lavori si concluderanno con i risultati delle ricerche archeologiche sul campo portate avanti lo scorso ottobre lungo il versante est della rupe, che hanno visto i Soci CAI dare un contributo importante nel diradare la fitta vegetazione presente. La campagna ha consentito di indagare diverse strutture murarie, prima difficilmente visibili, coperte dalla vegetazione e dal fitto sottobosco, pertinenti senza ombra di dubbio a una porzione dell'antico borgo di Canossa. Tutte le strutture sono state documentate mediante rilievo 3D, utilizzando tecniche di fotogrammetria e posizionandole con stazione totale. Si attende a breve, con l'elaborazione dei dati, di valutare l'eventuale presenza di strutture interrate nell'area pianeggiante circostante alla rupe.

 

Le ricerche archeologiche sono state condotte con la collaborazione del Polo Museale dell'Emilia-Romagna e della Soprintendenza sopracitata e il finanziamento del Lions Club Canossa Val d'Enza e del Lions Club Albinea Ludovico Ariosto.

 

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