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News

12.10.2017

Questo il concetto ribadito da CAI e SAT a Trento, in occasione del convegno nazionale "Orso bruno, la convivenza possibile" del 7-8 ottobre a Trento

Oltre 100 iscritti provenienti da tutta Italia sabato 7 e domenica 8 ottobre al convegno organizzato dal CAI (Gruppo Grandi Carnivori e Comitato Scientifico Centrale) in collaborazione con la Commissione Tutela Ambiente Montano della SAT, con il Parco Naturale Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento e con il Muse (Museo di Scienze Naturali) di Trento.

 

In apertura gli interventi istituzionali hanno sottolineato la posizione univoca di CAI e SAT sulla questione orso: bando ad arroccamenti su posizioni estremistiche (orsi sì, orsi no) e via libera allo studio, alla conoscenza, all’informazione, con cifre e dati alla mano, per sfatare alcune false notizie che spesso impazzano sui social network, generando discussioni al limite dell’insulto, come ha ribadito Davide Berton del Gruppo Grandi Carnivori CAI.

 

Sono stati poi presentati i contributi scientifici di Andrea Mustoni del Parco Naturale Adamello Brenta, coordinatore del progetto di reintroduzione “Life Ursus",  di Luca Pedrotti del Servizio Fauna e Foreste della Provincia di Trento, che ha illustrato le tecniche utilizzate per il monitoraggio genetico della popolazione di orsi.

Claudio Groff ha elencato i danni che gli orsi fanno in Provincia di Trento e la complessa gestione che viene messa in campo dalla Provincia per poter diminuire i conflitti (opere di prevenzione, orsi problematici, comunicazione).

“In Veneto – ha ricordato Davide Berton -  il CAI si sta impegnando con i suoi soci volontari a dare un aiuto nel montaggio delle reti anti lupo e se necessario anti orso”.

 

Dell’orso marsicano ha riferito la ricercatrice Elisabetta Toson, mentre di genetica ursina ha tracciato un quadro un'altra ricercatrice, Marta De Barba.

Di particolare interesse la tavola rotonda pomeridiana, condotta da Filippo Zibordi naturalista e autore, composta dai partner scientifici che hanno condiviso esperienze con un allevatore, un apicoltore ed un agricoltore.

 

Le testimonianze di chi opera sul territorio sanciscono un dato importante: la convivenza è possibile, magari diversa rispetto al passato, quando si lasciavano liberi e incustoditi i greggi e le mandrie in alpeggio, magari più faticosa (i recinti vanno non solo installati, ma anche controllati e occorre dotarsi dei cani da guardiania).


Il convegno si è concluso con l’escursione domenicale in Val D’Ambiez per conoscere l’areale dell’orso, alla quale hanno partecipato circa 40 di iscritti al convegno.

 

 

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